Ricordare la tragedia del campo di Gonars e riconoscerne le responsabilità italiane non è solo una questione storica o di politica internazionale ma anche di sensibilità civile ed è per questo che l’Amministrazione Comunale di Gonars ritiene che sia un dovere civico far conoscere quali sono state le responsabilità dell’Italia che pesano sul destino subito dalle popolazioni slovene e croate durante l’occupazione della Jugoslavia.
Nel campo di Gonars, che fu aperto nel 1941 e fu attivo fino al settembre 1943, vennero internati in maggioranza sloveni e croati. Durante questo periodo il regime di vita particolarmente duro causò la morte di oltre 400 internati civili tra cui molte donne e bambini.
La memoria delle vittime di questo campo italiano è custodita oggi da un grande sacrario sorto nel cimitero di Gonars, su progetto dello scultore accademico Miograd Zivković, di cui quest’anno ricorre il 30° anniversario dell’inaugurazione che avvenne nel dicembre 1973. Nel mese di novembre di ogni anno questo luogo della memoria ospita una sentita cerimonia a cui partecipano rappresentanti delle repubbliche slovena e croata ed ex internati.
Poco lontano dal complesso commemorativo sorgeva il campo di cui oggi non resta praticamente nulla, se non le fosse in cemento delle latrine, alcuni resti di piazzole in cemento che servivano a basamento di alloggiamenti e baracche ed un terrapieno che sfuggono allo sguardo dei passanti. La loro presenza, però, potrà permettere la realizzazione di un “parco della memoria” in grado di rievocare in modo autentico il progetto angosciante che lo Stato italiano fascista aveva riservato alle popolazioni della Jugoslavia assoggettate al suo dominio: la deportazione di massa della popolazione civile.
Questi imbarazzanti memorie ci impongono nuove considerazioni e maggiori ricerche. Il sistema dei campi di concentramento fascisti, anche se non ha raggiunto il livello di orrore e sterminio nazista, non deve essere giudicato marginale e la dimenticanza di questa parte di storia accompagnata dalla distruzione di molte delle strutture che la simboleggiano, ci obbliga ad acquisire una maggiore consapevolezza del nostro passato attraverso una corretta divulgazione della memoria per trarne una lezione civile in questa nostra società che deve essere sempre più aperta alla convivenza tra i popoli. Solo in questo modo si potrà contribuire ad una più attenta conservazione di questi luoghi e a mantenere alto il monito contro ogni forma di prevaricazione dei diritti e delle libertà personali.
Gonars, novembre 2003
Ivan Cignola, sindaco del Comune di Gonars
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