È difficile estrarre qualche esempio fra i tanti che il libro ci offre. Basti ricordare allora Giuseppe Gentilli (1849-1911) e sua figlia Maria (1885-1944), attraversati a loro modo dalla Storia, nelle intersezioni che la vita offre nel suo complicato fluire. Il primo, uomo semplice e mansueto, per tutti «un omp just» («un uomo giusto»), vive e muore in pace nella sua San Daniele del Friuli. La seconda viene travolta dalla Shoah: prelevata da Spalato con il marito Vittorio Morpurgo e la figlia Tina, morirà ad Auschwitz; altri due loro figli – Giuseppe e Silvana – si uniranno invece alla Resistenza jugoslava, sopravvivendo al conflitto. I figli di Silvana vivono oggi negli Stati Uniti, dimostrando l’assunto straordinario secondo cui anche la più piccola comunità diventa il centro del mondo, l’omphalos, l’ombelico di cui cantavano i greci antichi e da cui si irradiano i cerchi infiniti dell’agire umano nel tempo e nello spazio.
Angelo Floramo
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