Lo annuncia la paronomasia a specchio del titolo friulano, Morâr d’amôr, che vuole suggerire una sorta di metamorfosi di amore in albero o dell’albero in amore. Lo confermano i pregevoli disegni che illustrano il libro: più che illustrazioni, vere chiavi di lettura. E le varie parti dell’albero, proprio come nella trattatistica e nella poesia medioevale, strutturano l’intera raccolta dando il titolo alle sezioni che la compongono e che delineano un percorso, un cammino, quello della vita; se non è né potrebbe essere un itinerarium in Deum, almeno esso aspira a una ascensione e a un compimento: “Radici”, “Rami”, “Germogli”, “Foglie”.”
dalla presentazione di Francesco Zambon
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