Il mondo non si presenta come una teca di cristallo che svela sempre e comunque il suo contenuto, indipendentemente dal punto di vista dal quale la si osservi; il mondo è un guscio, un segreto che ne contiene un altro e quest’ultimo un altro ancora, fino ad arrivare a quello che ci fa ridere, piangere, amare, pensare e scrivere: il “seme”. Scalfire la superficie di questa gigantesca matrioska, con le unghie, con gli sguardi o con le parole, è un “gioco” praticabile su innumerevoli scenari: gli elementi che compongono una frase (parole e punteggiatura), i luoghi che sfioriamo distrattamente, la gioia, l’amarezza e l’amore che proviamo da soli o con gli altri, le sofferenze per ciò che sappiamo essere ingiusto, la morte stessa.
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