La raccolta si muove “attraverso vari passaggi che verso dopo verso rivelano l’umana necessità di non aver paura della paura, di trovare le forze e gli strumenti, le idee, le convinzioni, la generosità e il coraggio capaci di farci dire che: «La pôre ti covente / Par no colâ»”. E “la paura è quella di rimanere davvero soli e sperduti, separati e isolati, al punto tale che persino bestemmiare diventa un atto di preghiera: «Dio al tâs / Parcè che al sa / E nô i blestemìn / Par clamâlu / Cuant ch’a nus mancje / La preiere juste»”. “Su tutto e tutti trapela un bisogno di verità che smascherano, di pulizie che detergono”, perché “«La veretât / A je sot das peraulis»”.
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