Felice parte da lontano, dalla sua fanciullezza passata nelle fornaci tedesche, in Baviera. Parla della sua formazione sociale e politica maturata attraverso le lotte rivoluzionarie dei primi anni Venti a Torino. Racconta l’attività sindacale ed antifascista a Lione, in Francia, gli arresti, la clandestinità, l’arruolamento per la guerra di Spagna, la ferita al fronte, il rientro in Francia e l’internamento nel campo di Vernet. Infine il rientro in Italia, rinchiuso in un vagone cellulare, il confino a Ventotene, la lotta partigiana in Friuli della quale è uno dei primi organizzatori. Il suo è un percorso che comprende momenti di vita politica e collettiva, ma anche familiare, quotidiana, gli amori e le amicizie, in un intreccio tra dimensione pubblica e privata che “Polo” non ha voluto e potuto separare.
Un diario fitto non solo di avvenimenti ma denso, pregnante di vita, ideali, forti convinzioni, di appassionata appartenenza, di dedizione continua. Di per sé è un insegnamento di vita. Il contesto storico oggi è assai mutato, ma a guardare in profondità le situazioni di dominio, di violenza, di guerra, di discriminazione sono ugualmente presenti anche nella nostra società e in modo più esteso e drammatico in due terzi del pianeta e riguardano centinaia di milioni di persone. Anche oggi c’è un popolo immenso di donne e di uomini impegnati per la giustizia, l’uguaglianza, la libertà e la pace, ma è indubbia la constatazione in questa nostra società di un rallentamento di questa prospettiva, di questa dedizione, di questo impegno, di un minor coinvolgimento, fino a parlare, con particolare riferimento all’Europa, all’Italia, alla nostra Regione, di crisi profonda delle sinistre come idealità, contenuti, rappresentanza, coraggio, determinazione. A me par necessario, indispensabile che gli ideali che hanno animato Polo, che trovano affermazione esplicita e solenne nella nostra Costituzione, continuino ad animare, orientare, coinvolgere il più gran numero delle persone; che rispetto a giustizia, libertà, uguaglianza, fratellanza, non si dovrebbe mai cedere per un attimo, mai retrocedere neanche di una minima posizione; si potranno rendere più efficaci la partecipazione, il metodo, la rappresentanza, ma vivere e cercare di attuare giorno dopo giorno questi ideali, che sono esigenze di una vita umana per tutti, riguarda il senso stesso della nostra vita, l’impegno a contribuire a rendere migliore, più umano questo mondo.
(dalla Prefazione di Pierluigi Di Piazza)
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