Chi racconta una storia definisce la sua cifra del mondo. Quanto più l’autore si muove su coordinate eccentriche rispetto a connessioni prestabilite, capoluoghi culturali o norme surrettizie, tanto più potente sarà la visione prodotta. Nei due racconti qui presentati la Carnia – anzi, una piccola porzione di essa, linguisticamente delimitata – e una semiperiferia notturna – ma sì, è Udine – ancorano l’immaginario a un vissuto contemporaneo, che tuttavia – un po’ più a lato, un po’ più in là – diventa altro, al centro del global business o nelle pieghe del mito ancestrale.
Gli estimatori del genio multitasking di Fulvio Romanin, a.k.a. Reddkaa, autore, cantante, produttore, web designer, videomaker, non si sorprenderanno della pubblicazione di questa prova squisitamente letteraria: Geologicamente impossibile e Cornetto e caffè sono due racconti diversi, a partire dalla scelta del medium linguistico, ma sostanzialmente frutto della stessa penna e di riconoscibili modalità creative: dialoghi serrati, gergo “gggiovanile”, visualizzazione concitata di scene spezzate come in un videoclip, collegate da un montaggio frenetico.
Geologicamente impossibile sfida il lettore, e sfida una certa deriva normalizzatrice proponendosi ostentatamente nella variante del carnico di Forni Avoltri, quella che termina in “o”, irriducibile alla koinè friulana. Ma questa è la sola lingua che il protagonista, tornato al paese dopo anni di Università a Bologna, sente di poter usare in quel luogo, la lingua che dà il nome alle cose, agli affetti, alle amicizie, della quale si riappropria a mano a mano che procede a fare i conti con un improbabile presente e fantasmi fin troppo concreti del recente passato.
Cornetto e caffè scorre facile, con l’andamento melodico di quelle canzoni così semplicemente perfette che entrano da subito nella personale hit list – notare i titoli dei capitoli, please. E poi, progressivamente, il ritmo accelera, scarta, il tono cresce, devia in ambiti obliqui, nella lunga notte di una coppia di amici che si erano incontrati al solito posto, nella solita estate afosa di Udine.
A volte si trovano ancora scrittori che sanno raccontarle, le storie.
E questo è solo l’inizio.
Stefania Nonino
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