“Affidare alla parola il peso della realtà non significa tout court liberarsi della realtà. Il lavoro linguistico, di qualunque tipo, vive di precari equilibri fra consapevolezza e inconscio, fra bisogno di dire e reticenza, nella tessitura di significante e significato. Quando tutto sembra essere stato dichiarato, nulla è trasparente all’occhio attento. Le parole rimandano soltanto al principio di realtà, ma intanto, che cosa è accaduto?”
(dalla postfazione di Marina Giovannelli)
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