Dalle memorie casanoviane l’Autore ricava una vasta mappatura geografico-culturale della culinaria europea, ma d’ogni cibo, d’ogni ricetta, d’ogni gusto (per non dir dei cuochi) ricostruisce la storia in chiave alimentare, farmaceutica, simbolica, filosofica, religiosa, da savant attento e puntiglioso. Il lettore volentieri assapora, perché squisita è anche la scrittura: l’Autore usa forme, stili e registri che ben s’addicono ai Lumi del secolo di cui racconta: nitide atmosfere, rapidissime sentenze, psicologismi, echi letterari. È l’innesto della microstoria nella Storia grande che soprattutto dà respiro al saggio: nelle cucine delle diverse epoche e dei diversi paesi si riflettono, e ci viene suggerito come, civiltà e culture (bizantina, ebraica, araba, latina, anglosassone ecc.) nel loro evolversi e nel loro compenetrarsi. Non mancano, né potevano mancare, i riferimenti all’eros: mai lontano in Casanova il talamo dalla tavola, sempre afrodisiaco il cibo, per sua virtù o quale preliminare all’altro godimento. Insomma, Casanova gourmet si spinge assai al di là dell’ambito circoscritto dal titolo, e offre alla casanovistica spunti meritevoli di approfondimento. Non per nulla, e avendone l’autorità, Bartolini ha proclamato Visintin casanovista emerito.
(dalla prefazione di Mario Turello)
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