«Matija, seduto accanto a Ruggero, guardava smarrito i suoi compagni di viaggio, tutti avanti negli anni, stretti gli uni agli altri, immobili e silenziosi. Guardava le loro mani, ora scarne, ma una volta forti come tenaglie, mani che per anni avevano impugnato il badile, la vanga, il piccone, mani che avevano reso feconda una terra magra e sassosa ed estratto dalle sue viscere tonnellate di carbone. Guardava quegli uomini che una volta erano stati dei giganti e che ora erano più vecchi dei loro anni, senza forze e umiliati. Una violenta ribellione scoppiò allora nell’animo di Matija. Afferrò il sergente per le braccia e senza dire una parola lo scosse con violenza fissandolo con gli occhi diventati di fuoco…»
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