All’invito di Valerio Marchi a confrontarsi con la lettura critica della messe di articoli prodotti dalla stampa cattolica goriziana, raccolti in un florilegio ragionato e proposti come “pesante” documentazione, si associa anche la mia personale, gentile ma pressante richiesta, convinta come sono che il lettore comune può trarne illuminazioni e scoperte impensate. Del resto come storica mi preme sottolineare l’importanza dell’operazione culturale dell’autore, e cioè la evidenziazione della ricezione, della costruzione, della permanenza e della cristallizzazione degli stereotipi antisemiti nella storia contemporanea italiana.
(Dalla Prefazione di Silva Bon)
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