«Questo libro nasce dalle ultime parole che il nonno Luigi Bolzon ha lasciato al figlio Fiorenzo, mio padre, pochi giorni prima di morire. Vicino alla fine, dopo una vita passata ad eludere domande e a nascondere risposte, il racconto è riaffiorato, in tutta la sua drammaticità, come una confessione, minuziosamente trascritta da mio padre e da lui riportata con la massima fedeltà possibile. Queste pagine sono servite alla mia famiglia per colmare quei vuoti relazionali lasciati dalle differenze d’età e dalle incomprensioni plurime e sovrapposte di cui siamo tutti inconsciamente rimasti vittime e sono nate con un solo scopo: lasciare ai futuri Bolzon un ricordo di Luigi e di una guerra troppo brutta anche solo da raccontare perché si ripeta. Il senso di questa storia familiare e la diffusione che abbiamo deciso di darne stanno nel bisogno di fornire un piccolo mattone di memoria, una piccola “cellula”, di quella grande Storia che inevitabilmente finisce per investire ognuno di noi.»
Dalla prefazione di Irene Bolzon
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