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RIME LICEALI
Dalle riflessioni più profonde al testo di tono polemizzante, dai sogni carichi di aspettative al dato biografico concreto, dagli sprazzi gioiosi al cupo vittimismo: questa raccolta di liriche varia tanto per forma quanto per contenuti, spaziando da un topos all’altro della letteratura e del pensiero. E ne emerge un adolescente angosciato e problematico, eppure al tempo stesso sottile e lucido nel giudicare l’indole umana.
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BERLUSCONIANE
L’elemento più problematico di questa poesia è che essa presuppone, marxianamente, la necessità di perdere quell’insensata aura di totale esclusione dai rapporti fra gli uomini che una ritualità piccolo borghese le ha sempre, a torto, attribuito, e di rientrare nella corrente, assumendosi, nel bene e nel male, tutte le caratteristiche della merce, il cui arcano consiste semplicemente nel fatto che tale forma rimanda agli uomini come uno specchio i caratteri del proprio lavoro.
(dall’introduzione di Tito Maniacco)
Con cinque disegni di Tonino Cragnolini
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DAVANTI AI VISIGOTI
Davanti ai Visigoti
siamo tutti più ciechiPerché «Siamo terra e mare / e camminiamo costeggiando il muro», e Benedetti ce lo dice subito, mettendo in quadro l’esistenza di ogni giorno, il quotidiano che però si nutre di passato e futuro. Ma, in modo ancor più interessante, di ciò che sfugge all’attenzione ‘normale’, di ciò che si deve in qualche modo ‘inventare’.
(Dalla prefazione di Giovanni Fierro)
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FEUILLES D’AMOUR – SFUEIS D’AMÔR
Un voyage fait de paroles, de photographies et de dessins grâce à l’image-guide d’un arbre, pour découvrir un paysage physique et intérieur.
Un parcours qui retrace les origines, les aspirations, les espoirs et les désillusions d’une émigrante frioulane.
Une invitation aussi à réfléchir, pour ne pas oublier d’où on vient, pour savoir toujours où on va.
Un invît ancje a pensâ, par no dismenteâ di dulà che o vignìn, par savê simpri là che o lin.
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SFUEIS D’AMÔR – FOGLI D’AMORE
Un viaggio fatto di parole, fotografie e disegni attraverso la figura-guida di un albero, alla scoperta di un paesaggio fisico e interiore. Un percorso attraverso le origini, le aspirazioni, le speranze e le disillusioni di un’emigrante friulana. Un invito anche a riflettere, per non dimenticare da dove veniamo, per sapere sempre dove andiamo.
Un invît ancje a pensâ, par no dismenteâ di dulà che o vignìn, par savê simpri là che o lin.
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SINGOLARITÀ
È la prima pubblicazione dell’Autrice, una raccolta di versi stesi nel corso degli anni in una selezione ricca di contenuti filosofici.
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SALUSTRI
Traduzione in italiano di Stefano Rizzardi / traduzion par talian di Stefano Rizzardi
Si tratta della riedizione della prima raccolta di poesie di Umberto Valentinis, risalente al 1968 pubblicata al tempo dalla S.F.F.
“Salustri, prima storica raccolta di Umberto Valentinis, non è stato facile. Un lungo, coinvolgente – ma anche impervio – combattimento linguistico. La battaglia del trasformare, del ri-generare, in un duello aspro con un Senso spesso renitente, intrattabile, ancoratissimo al suono della sua lingua, un friulano stracarico di forza espressiva, ma anche, a volte, escludente, ruvido. Una lingua-roccaforte.”
Stefano Rizzardi
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RIFLESSIONI RIFLESSE poesie 2008-2014
Prima di offrirsi in dono agli altri, questi versi sono stati lo strumento di una ascesi personale. Essi fanno fede di un impegno proteso a rendere chiari e partecipabili i sussulti e i tumulti del cuore, secondo la poetica di un diarismo magico e insieme accorto, il cui fine, esposto quasi con pudore, sarebbe circoscritto al solo intento di mettere un po’ di ordine nell’affollarsi psichico delle intuizioni e delle inquietudini.
(dalla prefazione di Gianfranco Scialino)
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SPIGOLATURE – Poesie inedite 1995-2013
«Spigolare: racimolare ciò che avanza dalle raccolte e dalle mietiture altrui per saziare la propria fame, cibandosi dello stretto necessario. Un’azione tipica del mondo agricolo, fonte di sopravvivenza, lungo i millenni, per poveri di intere generazioni». Una metafora che ben si adatta anche alla poesia.
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QUADRI PER UN VIANDANTE
La raccolta ha il titolo “Quadri per un viandante”, perché tale si configura la condizione dell’uomo, quella di percorrere le strade del mondo, comprese quelle di sottocasa, nei movimenti anche usuali, negli incontri e nelle situazioni più varie che giornalmente si propongono. Le avventure della straordinarietà e della quotidianità, quali in mille romanzi abbiamo visto rappresentate.
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LA CITTÀ DELLE MATRIOSKE
La città delle matrioske è lo spazio in cui viviamo, in cui seminiamo, giorno dopo giorno, la nostra esistenza ed è anche il palcoscenico sul quale sperimentiamo gli altri, forgiamo i nostri sensi, narcotizziamo o eccitiamo i sentimenti fino alle estreme conseguenze.
Prefazione di Alessandra Pittini
Postfazione di Ferruccio Tassin
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LA BANCIA DA LI’ PERAULIS PIARDUDIS
Collana Discanto – numero 13
La panchina delle parole perdute affiora e riaffiora: cornice ineludibile, anche quando la sua presenza è solo postulata, collante, garanzia per la raccolta di unità, poemetto con la galleria dei suoi destini dolenti, inventario di esistenze grame, che la bancia, con funzioni e inquadrature che non sempre collimano, rende tangibili.
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IL CÂLI – POESIE E PROSE 1981-2012
collana Discanto – numero 16
“Se non c’è più un mondo non può più esserci poesia. Quel che ancora è chiamato tale è un globo in catene, uno scafo di galera col suo luttuoso carico nel tempo [dove nessuno canta più dove chi tiene la frusta emette crimine vocale rock-metal!]. I nomi non significando più le cose significate (terra, burro, strategia, rosa, vita, perfino padre…), il linguaggio dei poeti non ha più ponti per comunicare né col presente né col futuro: può soltanto collaborare passivamente, incoscientemente, ad allargare il deserto raschiando interminabilmente, con zampette sfinite, il fondo nero della pentolaccia dell’Io, mai stato più meritevole di diffidenza e di odio, più povero in un bisogno nuovo di refrigerio, di silenzi che lo scollino dalla parte carceraria delle parole.”
dalla postfazione di Ottavio Besomi -
TRA ELEGIA E SATIRA
collana discanto – numero 10
“Se dopo Auschwitz si è continuato a far versi, pare che anche dopo le minime catastrofi dei viventi, dei sopravvissuti, si tenti la ripetizione di una parola sconfitta dalla sua stessa insignificanza, e tuttavia nutrita da questa stessa insignificanza…”
Silvio Cumpeta
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REVÒCS DI TIARA / Echi di terra
Collana Discanto – numero 11
Singolare raccolta, questa di Francesco Indrigo; singolare dittico asimmetrico o ritmico, come sistole e diastole. Diciassette le liriche dei Rèvocs, sedici quelle di Tiara, ma brevi le prime, d’intensità centripeta, gravitanti verso il silenzio, più distese, più espanse le altre: sotto il segno del desiderio quelle, della dedizione queste. Due forme d’amore, pericolanti entrambe, diversamente.
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SCÛR DI LUNE
Lis contis di Checo Tam a puedin fevelâ di concierts di musiche dark dai agns otante, come ancje di aliens ae mode de fantasience dai agns cincuante, ma ancje de “Sagre dai Pirùs” di Pavie di Udin. A mostrin une rare capacitât di puartâ in sene personaçs e storiis, che a saltin fûr di un imagjinâri une vore complès e imagjinific, ma al stes timp coerent e peât aes esperiencis vivudis in prime persone dal naradôr-protagonist sul sfont di un Friûl aromai semi-rurâl. O semi-industriâl e globalizât – dipent di cemût che si vûl cjalâlu.
I racconti di Checo Tam, che possono parlare di concerti di musica dark anni ottanta, come di alieni secondo la moda della fantascienza anni cinquanta, ma anche della “Sagra delle Pere” di Pavia di Udine, mostrano una rara capacità di portare in scena personaggi e storie, che saltano fuori da un immaginario assai complesso, ma allo stesso tempo coerente, legato alle esperienze vissute in prima persona dal narratore-protagonista sullo sfondo di un Friuli ormai semi-rurale. O semi-industriale e globalizzato – dipende dal punto di vista.
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LICÔF – POESIE 1991-1995
collana Discanto – numero 9
Poesiis par furlan cun traduzion par talian. Une poesie che fevele, di animâi, di plantis, di cunfins, di ints, di amôr, intun miscliç potent di liriche e di ironie, un lengaç dulà che i riferiments aes robis de vite cuotidiane a son imagjins speculârs, no dome leterariis, de condizion umane.
Poesie in friulano con traduzione in italiano. Una poesia che parla di animali, di piante, di confini, di genti, di amore, in una mescolanza potente di lirica e di ironia. Un linguaggio dove i riferimenti alle cose della vita quotidiana sono immagini speculari, non solo letterarie, della condizione umana.
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LI’ CASTELANIS
Poesiis in furlan e traduzion par talian, un lengaç “contaminât”, un libri diferent, dificil di catalogâ. Poesiis soredut, ma ancje prosis, filastrocjis, articui, coments, disens, fotos, grafics, documents, riflessions, materiâi di gjenars diferents, ma leâts di une glagn fra memorie e storie personâl e coletive, fra il Friûl, Montreâl in Valceline e il rest dal mont.
Poesie in friulano e traduzione in italiano, un linguaggio “contaminato”, un libro differente, difficile da catalogare: poesie soprattutto, ma anche brevi prose, filastrocche, articoli, commenti, disegni, foto, grafici, documenti, riflessioni, materiali di generi differenti, ma legati da un filo fra memoria, storia personale e collettiva, fra il Friuli, Montereale Valcellina e il resto del mondo.
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PER NON MORIRE IN VERSI
collana Discanto – numero 7
“Quelle che essenzialmente Andrea Zuccolo porta all’atto della creazione di una poesia è un profondo senso del suo divenire più che la poesia stessa, della sua potenzialità di prendere posto in un panorama di spettacolo orale, della sua appartenenza alla comunità umana. Zuccolo scrive con una rabbia, una disperazione e una tenerezza che sono parte del salto drammatico “dalla pagina”, per cosi dire, all’interno delle persone, le persone in definitiva”.
Jack Hirschman – San Francisco, 5 luglio 2004