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RIME LICEALI
Dalle riflessioni più profonde al testo di tono polemizzante, dai sogni carichi di aspettative al dato biografico concreto, dagli sprazzi gioiosi al cupo vittimismo: questa raccolta di liriche varia tanto per forma quanto per contenuti, spaziando da un topos all’altro della letteratura e del pensiero. E ne emerge un adolescente angosciato e problematico, eppure al tempo stesso sottile e lucido nel giudicare l’indole umana.
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DAVANTI AI VISIGOTI
Davanti ai Visigoti
siamo tutti più ciechiPerché «Siamo terra e mare / e camminiamo costeggiando il muro», e Benedetti ce lo dice subito, mettendo in quadro l’esistenza di ogni giorno, il quotidiano che però si nutre di passato e futuro. Ma, in modo ancor più interessante, di ciò che sfugge all’attenzione ‘normale’, di ciò che si deve in qualche modo ‘inventare’.
(Dalla prefazione di Giovanni Fierro)
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CORRISPONDENZE – Frammenti di saggezza raku
Un legame forte come la vita, lieve come l’esistenza, unisce la filosofia zen, la ceramica raku e i versi brevi dell’haiku. Queste tradizioni giapponesi condividono l’amore per l’essenzialità, la meditazione, il silenzio e l’osservazione della natura.
Nel vuoto del vaso
il maestro contempla
la Via del raku -
FEUILLES D’AMOUR – SFUEIS D’AMÔR
Un voyage fait de paroles, de photographies et de dessins grâce à l’image-guide d’un arbre, pour découvrir un paysage physique et intérieur.Un parcours qui retrace les origines, les aspirations, les espoirs et les désillusions d’une émigrante frioulane.Une invitation aussi à réfléchir, pour ne pas oublier d’où on vient, pour savoir toujours où on va.Un invît ancje a pensâ, par no dismenteâ di dulà che o vignìn, par savê simpri là che o lin. -
SFUEIS D’AMÔR – FOGLI D’AMORE
Un viaggio fatto di parole, fotografie e disegni attraverso la figura-guida di un albero, alla scoperta di un paesaggio fisico e interiore. Un percorso attraverso le origini, le aspirazioni, le speranze e le disillusioni di un’emigrante friulana. Un invito anche a riflettere, per non dimenticare da dove veniamo, per sapere sempre dove andiamo.
Un invît ancje a pensâ, par no dismenteâ di dulà che o vignìn, par savê simpri là che o lin.
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SINGOLARITÀ
È la prima pubblicazione dell’Autrice, una raccolta di versi stesi nel corso degli anni in una selezione ricca di contenuti filosofici.
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BREVIARIO IRACHENO
“Guerra è guerra – dicono –
ed essenziale è vincere,
distinguere
vincitori e vinti.
Io vedo solo sconfitti.”
Silvio Cumpeta -
SALUSTRI
traduzione in italiano di Stefano Rizzardi / traduzion par talian di Stefano Rizzardi
Si tratta della riedizione della prima raccolta di poesie di Umberto Valentinis, risalente al 1968 pubblicata al tempo dalla S.F.F.
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QUELL’ANNO SULL’ALTIPIANO
Trenta liriche in omaggio a Emilio Lussu
«Quell’anno sull’Altipiano – Trenta liriche in omaggio a Emilio Lussu: una piccola raccolta, trenta poesie, una per ogni capitolo del celebre libro, o piuttosto un poemetto suddiviso in trenta episodi. Un’operazione di riscrittura, una sorta di sceneggiatura poetica, una specie di estratto dell’opera quasi omonima, affidato alla poesia, che grazie alla sua natura analogica si pone come veicolo ottimale di sintesi.»
Giuliana Valentinis
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MORÂR D’AMÔR – ALBERO D’AMORE
Dalla presentazione di Francesco Zambon: “Questo luminoso libro poetico d’esordio di Cristina Noacco – di cui la rivista “L’immaginazione” ha anticipato in uno dei suoi ultimi numeri una decina di liriche – ruota dichiaratamente intorno a un perno tanto realistico quanto simbolico: quello dell’albero. Più precisamente intorno alla figura dell’albero d’amore, che in alcune celebri opere medievali sacre o profane, dall’Arbre de filosofia de amor di Raimondo Lullo alle laude di Iacopone dedicate agli alberi d’amore o di contemplazione, funge da schema o da diagramma per la trattazione dei vari aspetti della fenomenologia amorosa. Lo annuncia la paronomasia a specchio del titolo friulano, Morâr d’amôr, che vuole suggerire una sorta di metamorfosi di amore in albero o dell’albero in amore. Lo confermano i pregevoli disegni che illustrano il libro: più che illustrazioni, vere chiavi di lettura. E le varie parti dell’albero, proprio come nella trattatistica e nella poesia medioevale, strutturano l’intera raccolta dando il titolo alle sezioni che la compongono e che delineano un percorso, un cammino, quello della vita; se non è né potrebbe essere un itinerarium in Deum, almeno esso aspira a una ascensione e a un compimento: “Radici”, “Rami”, “Germogli”, “Foglie”.”
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RIFLESSIONI RIFLESSE poesie 2008-2014
Prima di offrirsi in dono agli altri, questi versi sono stati lo strumento di una ascesi personale. Essi fanno fede di un impegno proteso a rendere chiari e partecipabili i sussulti e i tumulti del cuore, secondo la poetica di un diarismo magico e insieme accorto, il cui fine, esposto quasi con pudore, sarebbe circoscritto al solo intento di mettere un po’ di ordine nell’affollarsi psichico delle intuizioni e delle inquietudini. (dalla prefazione di Gianfranco Scialino)
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SPIGOLATURE – Poesie inedite 1995-2013
«Spigolare: racimolare ciò che avanza dalle raccolte e dalle mietiture altrui per saziare la propria fame, cibandosi dello stretto necessario. Un’azione tipica del mondo agricolo, fonte di sopravvivenza, lungo i millenni, per poveri di intere generazioni». Una metafora che ben si adatta anche alla poesia.
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QUI PER ME ORA BLU
Gian Giacomo Menon: Una vita per la poesia (1910-2000)
a cura di Cesare Sartori
CD allegato con poesie musicateTrascurato, dimenticato o, nella migliore delle ipotesi, sottovalutato in vita. Anche, va detto, per effetto della sua scelta radicale, alla soglia dei 50 anni, di isolarsi dal mondo, e a maggior ragione dopo la morte avvenuta nel 2000: Gian Giacomo Menon stava rischiando di scivolare definitivamente nella dimenticanza.
Un paio di anni fa il curatore del libro, per una fortunata quanto caparbia volontà di trovare e (in)seguire suoi segni e tracce, ha deciso di rompere il silenzio, che continuava a circondare il mitico professore del liceo Stellini e, soffiando sulla polvere che l’aveva già predestinato all’anonimato, ha promosso un progetto culturale ed editoriale con l’obiettivo di sottrarre all’oblio la figura di Menon, ma soprattutto di far conoscere e valorizzare la sua sterminata, imponente produzione poetica. -
QUADRI PER UN VIANDANTE
La raccolta ha il titolo “Quadri per un viandante”, perché tale si configura la condizione dell’uomo, quella di percorrere le strade del mondo, comprese quelle di sottocasa, nei movimenti anche usuali, negli incontri e nelle situazioni più varie che giornalmente si propongono. Le avventure della straordinarietà e della quotidianità, quali in mille romanzi abbiamo visto rappresentate.
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LA CITTÀ DELLE MATRIOSKE
La città delle matrioske è lo spazio in cui viviamo, in cui seminiamo, giorno dopo giorno, la nostra esistenza ed è anche il palcoscenico sul quale sperimentiamo gli altri, forgiamo i nostri sensi, narcotizziamo o eccitiamo i sentimenti fino alle estreme conseguenze.
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DELLA TUA VOCE
Tra le infinite, possibili declinazioni di esperienze radicali e destabilizzanti come quelle dell’amore e della morte, qui il soggetto si intrattiene con il nucleo più profondo della relazione. La parola poetica accoglie, contiene, riscatta. Come l’amore.
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LA CULLA SOSPESA (2003-2009)
“Affidare alla parola il peso della realtà non significa tout court liberarsi della realtà. Il lavoro linguistico, di qualunque tipo, vive di precari equilibri fra consapevolezza e inconscio, fra bisogno di dire e reticenza, nella tessitura di significante e significato. Quando tutto sembra essere stato dichiarato, nulla è trasparente all’occhio attento. Le parole rimandano soltanto al principio di realtà, ma intanto, che cosa è accaduto?” (dalla postfazione di Marina Giovannelli).
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TRA ELEGIA E SATIRA
discanto 10“Se dopo Auschwitz si è continuato a far versi, pare che anche dopo le minime catastrofi dei viventi, dei sopravvissuti, si tenti la ripetizione di una parola sconfitta dalla sua stessa insignificanza, e tuttavia nutrita da questa stessa insignificanza…”
Silvio Cumpeta
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REVÒCS DI TIARA / Echi di terra
Collana Discanto – numero 11
Singolare raccolta, questa di Francesco Indrigo; singolare dittico asimmetrico o ritmico, come sistole e diastole. Diciassette le liriche dei Rèvocs, sedici quelle di Tiara, ma brevi le prime, d’intensità centripeta, gravitanti verso il silenzio, più distese, più espanse le altre: sotto il segno del desiderio quelle, della dedizione queste. Due forme d’amore, pericolanti entrambe, diversamente.
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NEL TEMPO E NELLO SPAZIO
«Io non scrivo quello che è vero. Scrivo quello che immagino, quello che mi incanta»
Augusta Zebochin
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LICÔF
Di bessôivuê par pôs grâts in Cjargna
la uva no madurase l’ozono spessa cuvierta
ch’a nus invuluça
si discipa e si fora
par via di lontans vulcans
e di motôrs e cjamins
a Udin o Berlin:
cressarà su la cjera
il cjâlt four di misura!duncja: plui deserts
e tumôrs tal mont
e in Cjargnia
uva madura! -
LI’ CASTELANIS
le bocche aperte di Castello
ridere, cantare, gridare, ufufâ…
(dicono che le castellane più anziane si dimenticassero anche del fidanzato se incominciavano a cantare, proprio così, ragazza mia, e dopo cena sul prato accanto al cimitero
cantare come viole
cantare come vivere)e Montereale: il luogo
dove è cominciato il gioco -
INTORNO ALLO ZERO
“Intorno allo Zero chiude il terzetto iniziato con “Il Cerchio” e proseguito con “L’Immaginario” ed accenna ad un nuovo periodo (verso cui “Tebi”, in chiusura, da un brevissimo sguardo…).
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ELDERLY POETRY – ANTOLOGIA POETICA
Una raccolta di poesie e racconti scritti da anziani di alcune case di riposo di Trieste all’interno di un progetto finalizzato alla valorizzazione dell’immaginario della “libera età”. La sfida della voce nei luoghi dell’estrema vecchiaia, là dove la protezione dello status, dell’ideologia, finanche della corporeità sono fortemente indebolite. Un inventario di fatti, sentimenti, figure essenziali, quasi il poco bagaglio che si è salvato dopo un naufragio e che si porterà a riva.
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PER NON MORIRE IN VERSI
collana Discanto – 7
“Quelle che essenzialmente Andrea Zuccolo porta all’atto della creazione di una poesia è un profondo senso del suo divenire più che la poesia stessa, della sua potenzialità di prendere posto in un panorama di spettacolo orale, della sua appartenenza alla comunità umana. Zuccolo scrive con una rabbia, una disperazione e una tenerezza che sono parte del salto drammatico “dalla pagina”, per cosi dire, all’interno delle persone, le persone in definitiva”. Jack Hirschman San Francisco, 5 luglio 2004.